Siamo partiti, innanzitutto, cambiando la visione “prodottocentrica” dell’azienda, che se in passato poteva offrire una capacità distintiva, con l’aumento della maturità tecnologica non bastava più. Per questo abbiamo deciso di sviluppare i prodotti in una logica più orientata al mercato, quindi non più con una proposta uniforme ma “customizzata”, ovvero adeguandola ai bisogni dei clienti.
C’è stato anche un cambio di approccio verso i mercati internazionali?
Sì, perché all’estero è difficile proporsi con bassi volumi e alta customizzazione. Per questo abbiamo pensato di allearci con realtà già presenti nei mercati. Da qui è nata, ad esempio, la partnership con Prima Power, grazie alla quale riusciamo ad avvicinarci meglio ai mercati esteri, mentre da parte loro ottengono un completamento all’offerta con le nostre presse piegatrici idrauliche.
In Italia, invece, è stato scelto un approccio diverso…
Siamo partiti ragionando sul fenomeno del reshoring, ovvero tutte quelle aziende che, dopo aver investito fortemente all’estero, sono tornate a guardare in locale. La riflessione logica è che chi ha voglia di fare non si ferma mai. Per questo siamo convinti che in questo 2021 ci saranno imprese ambiziose che vorranno investire per cogliere nuove opportunità. Aziende che vogliamo supportare rendendo disponibile il nostro know-how per farle fare un salto di qualità. Per questo abbiamo lanciato un’offerta: alle aziende che investiranno sulle nostre macchine, offriremo una configurazione dall’elevato contenuto tecnologico, con l’obiettivo di alzare il livello di qualità del proprio reparto di piegatura.
Qual è il nuovo approccio produttivo di Gasparini?
L’azienda ha sempre avuto la vocazione di costruire macchine tarate sulle necessità dei clienti. Ogni progetto parte da un dialogo diretto col cliente, cercando di capire le sue necessità. Lavorando a singola commessa possiamo dedicarci al cliente anche molto al di fuori della configurazione standard. A supporto di questo c’è il grande lavoro del nostro ufficio tecnico, punto di forza dell’azienda, numericamente molto più ampio rispetto ad aziende concorrenti delle nostre stesse dimensioni.
Quanto contano ricerca ed innovazione in un’azienda come Gasparini?
Per un’azienda delle nostre dimensioni la tecnologia è un elemento distintivo: il nostro approccio “sartoriale” verso il cliente ci permette di sviluppare soluzioni legate alle reali necessità, accorciando quindi la distanza tra quella che è la domanda e l’offerta di tecnologia. Negli ultimi anni abbiamo spostato il focus sulle tecnologie digitali, con l’obiettivo di produrre macchine sempre più intelligenti e al supporto degli operatori, siano essi esperti o alle prime armi. Per questa tipologia di sviluppo abbiamo scelto il modello di open innovation ovvero conduciamo le nostre ricerche e sviluppi in collaborazione con centri di ricerca, università, clienti e fornitori allo scopo di creare soluzioni integrate e proiettate al futuro.
Tutte queste novità degli ultimi anni, come hanno cambiato l’organizzazione aziendale?
Per portare avanti queste idee è stata necessaria una riorganizzazione interna del lavoro, ispirata al sistema giapponese di auto-responsabilizzazione Kaizen. Abbiamo così creato un sistema non gerarchico fatto di piccoli ma costanti miglioramenti dei processi aziendali che coinvolge tutte le parti della grande famiglia Gasparini in una logica di lean manufacturing.