“La forza di Galdi sta nel realizzare macchine compatibili con tutti i formati e configurazioni di cartoncino tipo Gable-top presenti sul mercato“, racconta dall’ufficio marketing Luisa Binotto. “In questo modo ci avviciniamo alle esigenze sia dei piccoli che dei grandi produttori: in noi trovano la soluzione più flessibile e personalizzata, oltre al know-how e l’esperienza pluriennale in vari ambiti del comparto alimentare. Principalmente per il settore lattiero-caseario ma anche per succhi di frutta, bevande non gassate e prodotti, alimentari e non, in polvere e granuli. Questo tipo di packaging, il Gable-top, più comunemente conosciuto come «tetrapak», è più sostenibile a livello ambientale rispetto alla plastica, sia in ambito riciclo che logistico. Inoltre dà maggiore visibilità a scaffale, in quanto la superficie di stampa è tre volte superiore a quella di un’etichetta“.
Innovare e crescere insieme
Dal 2011, la guida dell’azienda è passata nelle mani di Antonella Candiotto, figlia di Galdino. “Le persone sono per noi la risorsa più importante, ed un contesto lavorativo positivo e dinamico ne aumenta la soddisfazione“, ci spiega Antonella. “Cerchiamo di migliorare sotto tutti i punti di vista, per costruire un rapporto di fiducia con i nostri collaboratori, che esprimono le loro esigenze liberamente, dandoci la possibilità di crescere insieme“. Antonella è anche vicepresidente di Assindustria VenetoCentro, l’associazione nata dall’unione tra Unindustria Treviso e Confindustria Padova, con delega alle Relazioni Sindacali, Sicurezza ed Ambiente: una carica che va a braccetto con la sua attenzione alla sostenibilità e ai rapporti umani. “Dedico tempo ed energie per restituire agli altri quanto ho ricevuto io, e questo mi gratifica moltissimo. Inoltre frequentare persone che condividono la mia stessa passione, ma anche che affrontano i miei stessi problemi è molto piacevole e utile allo stesso tempo. Un’esperienza di grandissimo valore umano“.Antonella con il padre Galdino
Numerose in Galdi le iniziative destinate al benessere dei lavoratori: welfare aziendale, smart working, permessi speciali per le mamme e i papà, orari flessibili. Secondo Antonella, “tutti sono venditori, perché il cliente non si affida ad un’azienda ma ad una squadra. Più le persone sono serene, stimolate e gratificate, più sono efficienti, responsabili e propositive“.
Molto spazio viene destinato anche alla formazione, sia con i corsi tecnici e operativi sull’utilizzo di nuovi macchinari e software, sia con attività di crescita personale, rivolte principalmente a quelle che vengono definite soft skills. È in corso la costruzione del Galdi Village, una struttura che ospiterà il Museo d’Impresa e soprattutto spazi dedicati al benessere dei dipendenti, dei clienti e dei fornitori dell’azienda.
Visitando Galdi ci siamo resi conto di come il miglioramento, l’evoluzione e l’innovazione siano parte di una cultura condivisa. In Galdi non ci sono postazioni fisse di lavoro: tutti hanno uno zainetto ed un portatile, non ci si siede mai nella stessa sedia. I gruppi di lavoro sono fluidi, a seconda del progetto al quale si sta lavorando. “Le postazioni mobili sono un segnale di cambiamento“, ci spiega Alessandro Gobbo, responsabile acquisti: “Se ti abitui a sederti dove capita sei anche più predisposto al cambiamento continuo“.
Il miglioramento è continuo
La stessa tensione si rispecchia fisicamente in ambito produttivo, dove l’analisi dei processi non si ferma mai. “Il settore delle macchine riempitrici a cui si rivolge Galdi non ha un andamento predicibile ed è stato per noi fondamentale gestire in maniera ottimale le fluttuazioni e livellare il carico di lavoro. Ci siamo posti l’obbiettivo ambizioso di ridurre il tempo di attraversamento dell’ordine cliente partendo da uno specifico modello, la RG270, da 19 a 12 settimane, riducendo sostanzialmente i tempi per l’approvvigionamento dei materiali“, continua Alessandro. “È stato un ottimo lavoro di condivisione e collaborazione con i fornitori, che ha portato all’ottimizzazione della gestione di acquisto e logistica e a livellare e sincronizzare il carico di lavoro. Per quanto riguarda la riduzione delle tempistiche delle lavorazioni interne, una criticità era emersa in ambito piegatura“.
La piegatrice in uso da Galdi era una Gasparini POA 200 t/4 m a barra di torsione del 1988. Dopo quasi 30 anni di onorata attività, era giunto il momento di un aggiornamento. Andrea Santin, Quality Improvement Manager, inizialmente aveva considerato l’opzione di retrofittare la macchina. Tuttavia, per dare seguito all’importante lavoro di Alessandro, Galdi ha scelto di dotarsi di una nuova pressa piegatrice. “Molti sono gli obiettivi che ci siamo posti per il reparto interno di lavorazioni meccaniche. Sempre più importante per noi è la capacità di realizzare velocemente prototipi, per supportare le attività del reparto Ricerca e Sviluppo“, ci racconta Andrea. “Con l’acquisto di un taglio laser abbiamo ridotto del 70% i tempi di taglio. Puntiamo a spostare le filosofie di progettazione dalle carpenterie saldate ai pezzi piegati: questo ci consentirà di risparmiare materia prima, ridurre tempi e costi nelle lavorazioni, aumentando il livello di igiene della macchina“.
Per una riempitrice infatti, è fondamentale garantire un elevatissimo livello di pulizia dei componenti, che devono seguire le indicazioni dei stringenti regolamenti europei e internazionali. Le saldature sono spesso un grossa criticità da questo punto di vista, senza contare il punto di vista estetico, che comunque assume un peso sempre più rilevante. La pressa piegatrice acquistata di recente da Galdi è dotata del sistema di controllo dell’angolo in tempo reale GPS4. Paolo, esperto piegatore, lo considera un valido aiuto nel suo lavoro: “Per ridurre gli sprechi di materiale e di tempo, i nesting nel taglio laser sono sempre più ottimizzati. Spesso i pezzi da piegare sono orientati in modo variabile ed è difficile gestire il ritorno elastico della lamiera. Con il GPS4 sono sicuro di ottenere l’angolo esatto al primo tentativo“.
Molti sono i benefici ottenuti dalla messa in opera del GPS4, soprattutto per pezzi molto particolari come i longheroni, dove il preciso angolo di piega è importantissimo. Prima l’operatore era costretto a misurare e correggere il pezzo molte volte. “Quando abbiamo testato il vostro sistema con una dima passa-non passa, ci siamo convinti: il pezzo era perfetto“, racconta Andrea. “Abbiamo raggiunto così i primi obiettivi prefissati, ovvero essere veloci a programmare la macchina, essere veloci a piegare ma soprattutto piegare con un’alta precisione. La scelta è ricaduta su Gasparini anche per questo: vi abbiamo scelti per l’affidabilità e la velocità garantiti, nonché per il risparmio energetico derivato dal nuovo macchinario“.
Da sinistra verso destra: Alessandro, Paolo e Andrea.
Anche le macchine di Galdi sono sempre più intelligenti: TYE, acronimo di «Through your eyes», è un sistema di realtà aumentata che consente all’operatore di effettuare manutenzioni e riparazioni con l’assistenza interattiva dei nostri tecnici. Il sistema MaSH (Machine System Health) invece monitora lo status macchina, raccoglie, presenta e comunica i dati sulle prestazioni e la resa della riempitrice. Questa «scatola nera» consente di tenere sotto controllo la macchina e fare manutenzione preventiva. Ma non è solo uno strumento di assistenza: “Il monitoraggio delle performances macchina consente ai clienti di attivarsi per andare a risolvere eventuali criticità. Per esempio il sistema ha consentito ad un nostro cliente in Indonesia di raccogliere informazioni strutturate su tutta la linea e capire che le inefficienze erano collegate ai diversi livelli di formazione degli operatori. Si è attivato di conseguenza per sopperire alle lacune“, spiega Luisa.