Le presse piegatrici acquistate da Evoca sono X-Press 80/2000, con intermedi e bloccaggi manuali di tipo europeo. Sono entrambe dotate di doppia pedaliera e di registro posteriore a 4 assi X-R-Z1-Z2, gestiti dal CNC Delem DA-66T. Il nuovo Reflex elettronico si occupa di fornire al CNC i dati sulle deflessioni delle spalle, per realizzare una piega perfetta anche con lunghezze e spessori differenti.
Il banco piegaschiaccia è stato realizzato a disegno per Evoca, ed è caratterizzato da una zona di schiacciata maggiorata, più profonda dello standard. Nel CNC è presente uno strumento software di comunicazione bidirezionale in grado di recuperare dalla rete aziendale i programmi di piega e le configurazioni della macchina. Il tool raccoglie una serie di dati di processo e li fornisce all’ERP dove possono essere trasformati in informazioni utili. Questo programma può essere anche utilizzato per raccogliere molti altri parametri di funzionamento della macchina, eventuali errori o anomalie.
Le presse piegatrici andranno a realizzare componenti di supporto dei cinematismi e carterature in genere, che vanno a coprire le parti meccaniche dei distributori automatici. Si inseriscono in un flusso di lavoro composto da un ingresso lamiera, punzonatura o laser, piegatura o pannellatura, puntatura sulla lamiera zincata, verniciatura e montaggio. Oltre che lavorare i pezzi tagliati e piegati, vanno gestiti anche un migliaio di programmi differenti suddivisi tra le 14 presse piegatrici. Marco dovrà occuparsi di standardizzare la fase di piegatura della lamiera, aumentando l’efficienza del reparto e riducendo il rischio di errori.
Per questo motivo il progetto di Evoca non si limita alla sostituzione delle presse piegatrici, ma ha lo scopo di mettere in piedi un flusso di lavoro più digitalizzato, più strutturato, proiettato ad una gestione automatizzata del flusso di produzione. Il primo passaggio sarà l’utilizzo di un software per la simulazione del processo di piegatura e la creazione dei programmi. “In questo modo potremo inviare alle macchine in reparto le stesse impostazioni, in modo che tutti possano usare lo stesso programma e avere lo stesso attrezzaggio. L’obiettivo è migliorare la qualità e l’uniformità delle lavorazioni, lasciando comunque all’operatore la possibilità di compensare le variazioni legate alla variabilità del materiale”, ci dice Marco.
Contrariamente a quanto si possa pensare, introdurre in azienda le tecnologie legate all’Industra 4.0 non è necessariamente un passaggio traumatico, anche per realtà molto grandi e strutturate. “Evoca ha deciso di fare grossi passi avanti a livello di informatizzazione e di smart factory. I benefici fiscali come l’iperammortamento sono sicuramente un aiuto per le imprese italiane, e anche per noi sono uno strumento che ci dà la possibilità di aumentare il budget destinato all’ammodernamento del nostro parco macchine”, spiega Marco Tolotti. “Infatti abbiamo acquistato anche un nuovo taglio laser. Ma è il momento di cambiare, anche se non ci fossero stati gli incentivi: se non si comincia acquistando macchine nuove non si andrà mai avanti”.
Il cambiamento e l’evoluzione sono sicuramente nel DNA di Evoca Group. La società investe il 5% del fatturato in ricerca e sviluppo, grazie al lavoro di ben 135 persone in 7 centri di ricerca. Questo impegno nell’ingegnerizzazione di nuove soluzioni ha portato Evoca a registrare ben 600 brevetti. Le innovazioni introdotte dal gruppo Evoca riguardano prima di tutto il prodotto, con tecnologie in grado di migliorare le caratteristiche del caffè e del tè. La sperimentazione di Evoca però non si limita alla sola produzione delle bevande, ma ha introdotto nelle proprie macchine sistemi di pagamento elettronici e funzionalità di telemetria, gestione remota e manutenzione.